Tuesday, November 07, 2006

Lisbona, il tempo della rabbia

Lisbona.

Una città che per associazione di idee mi porta ad una situazione che fa male. E questo mi dispiace perchè se mai ci andrò, so che ne sarò inevitabilmente influenzata.
A volte le città sono come le persone. Portano segni addosso di qualcosa che è passato e vedere una città con questi segni può essere un'esperienza unica. Sono come le persone perchè influenzate dagli stati d'animo che hai quando le visiti per la prima volta, o anche la seconda e la terza, e anche solo quando le pensi, come le 1000 volte che ho pensato la mia NY. E infatti per me lei è un crogiuolo di stati d'animo diversi, è un vulcano, una bomba atomica. Sono come i vestiti, perchè s'impregnano dell'odore dei sentimenti e delle emozioni, cambiano con la luce e con le stagioni, sembrano vecchissimi o all'avanguardia in base alla giornata in cui li metti. Sono come i sogni perchè le puoi girare il lungo e in largo e chiederti il significato del tuo percorso. E soprattutto perchè puoi ricostruirtele in testa e girarle semplicemente chiudendo gli occhi. O magari dormendo. Io un sacco di volte nei miei sogni sono stata a NY ed era sempre diversa e sempre identica.
Comunque, tornando a Lisbona. Per me è una lunga strada in discesa che va verso il mare. Pescatori e profumo di pesce fritto. Tram. Anni '60. Tramonti. Osterie. Ragazzi con ideali forti. Oceano in lontananza che sa di America.
Ma è anche un dolore sordo che rimbomba nelle pieghe di una giornata come oggi dove una serie di associazioni fatte per necessità me la ricordano mentre vorrei solo scordarla. E' un urlo di rabbia gridato dove nessuno può sentire. E' il pugnale di un pescatore che pulisce il pesce con forza, facendone schizzare pezzi tutt'intorno. E' il pugno di un uomo scagliato contro qualcosa per vendicare un'antica offesa. E' come un'osso spezzato che continuerà per giorni a fare male. Sopportandone il dolore. Vedete la foto che c'è sopra? S'intitola "Tram a Lisbona". L'ho trovata mentre non la stavo cercando. I tram mi piacciono. Lisbona no. Richiama questa giornata di dolore e rabbia perchè incrocia il suo cielo con quello grigio di Milano formando un colore indefinibile. Un colore che non esiste. Ma non dirò nulla che riconduca al cuore del problema perchè dopotutto io sono solo una traccia telematica. Snocciolo mucchi di lettere sulla superficie nera come resti di ossa spezzate. Mi appresto ad esplorare luoghi che non conosco. E non so se ci andrò mai, a Lisbona, non so se mi toglierò di dosso quella puzza di pesce e quei deliri che evoca. Per poter essere finalmente libera di vederla per quello che è. Un insieme di strade, piazze, case, negozi...che assumono una forma strana, la forma di un sogno, di quelli che fai con lo stomaco pieno e ti lasciano un po' stordito, la mattina, e desideroso di un bicchier d'acqua.

Il tempo della rabbia è un'epoca strana. Un evento ricorrente come le stagioni, imbrigliato nella dimensione del tempo circolare di omerica memoria. Il tempo della rabbia arriva quando non lo aspetti, come un temporale d'estate e spazza via tutto quello che c'è di modo che ogni volta devi ricostruire quasi da capo. Non ha senso descriverlo con le parole perchè nel tempo della rabbia di parole non ce ne sono mai e anzi, di solito navigano controvento.

1 comment:

Anonymous said...

vittima di borseggio o di molesta e viscida palpatina?