Il primo romanzo che ho letto è stato "Niente e così sia", in seconda media, trovato in casa di mia nonna durante un'influenza invernale. Ce l'ho ancora, edizione Feltrinelli degli anni '80 tipo. C'è Oriana in Vietnam, con le trecce, dentro una tenda da campo dell'esercito americano, in tenuta da soldato. Lei era una giornalista soldato. I suoi bellissimi occhi mobili e lo sguardo intenso, che vedeva oltre. Io ero solo una bambina. Però in quel giorno avevo deciso che anche io avrei fatto la giornalista, inviata di guerra, come lei. Avrei scritto pezzi infuocati dentro una tenda militare, con il taccuino sulle ginocchia.
Poi è andata diversamente. Adesso sto cercando di diventare psicanalista. Però mi piace fermarmi a pensare a lei. Abitava a New York, e quando ci sono stata non ho nemmeno visto la sua casa. Però mi sono detta "Siamo qui insieme, lei è in qualche casa, in qualche strada di Manatthan." E' Toscana d'origine, come me, anche se io sono mezzo sangue. E anche io vorrei vivere a New York.
Poi è andata diversamente. Adesso sto cercando di diventare psicanalista. Però mi piace fermarmi a pensare a lei. Abitava a New York, e quando ci sono stata non ho nemmeno visto la sua casa. Però mi sono detta "Siamo qui insieme, lei è in qualche casa, in qualche strada di Manatthan." E' Toscana d'origine, come me, anche se io sono mezzo sangue. E anche io vorrei vivere a New York.
Da bambina mi illudevo che in qualche modo lei sapesse che esistevo e che volevo diventare come lei. Che lei era il mio mito, anche se non sono una che fanatizza sui propri miti. Li penso e li adoro in silenzio. In ogni caso Oriana era Oriana. E anche se è stata demonizzata, contestata ed esaltata ha lasciato un buco vuoto quando è andata via. Un buco d'idee e di presenza mentale. Forse era una tiranna, una intransigente, tutto quello che volete. Ma il suo modo di scrivere il proprio pensiero aveva un misto di autenticità e pragmatismo, di chiarezza e forza, di coraggio e poesia che ogni lettore le riconosce come marchio di fabbrica. Oriana era una fiorentina a New York e questo dice tutto. Nel suo ingegno la genialità dei toscani ma anche la loro ruvidezza. Vorrei leggere di nuovo Niente e Così sia con gli occhi incantati di una preadolescente. Allora sentirei qui Oriana, di nuovo.