Non l'ho mai vista ma l'ho immaginata. Berlino. Molte volte nella mia testa, molti sguardi, molti profili, prospettive di questa metropoli. Berlino è entrata nella mia vita a 14 anni, quando ho letto per la prima volta il best seller di Christiane F., Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, visto per caso nella libreria di un'amica e chiesto in prestito e letto avidamente, in pochi giorni. Non avendola mai visitata per me Berlino è solo questo, e qualche immagine sfuocata del crollo del muro, nell'89, quando ero ancora alle medie e facevamo a riguardo discussioni in classe e ritagliavamo piccole foto dai giornali per fare le ricerche. Ma era tutto troppo lontano ancora dalle nostre menti preadolescenti, così accelerate nella crescita da sostare rapidamente e con impazienza nel pensiero. Non la mia, ma i pensieri erano altri, ed erano lontani da Berlino. Più vicini a Christiane, che immaginavo nella sua magrezza e nei suoi capelli lisci e slavati e nello sguardo da innocente angelo della morte. E pensavo spesso anche ai suoi jeans cuciti addosso e al trucco con cui cercava di mascherare i suoi 13 anni per andarsi a prostituire. Avevo poco più della sua età, io, ed ero così incerta ed esitante che desideravo provare sigarette nei campetti dietro la scuola, nascosta dietro una pianta con una mia amica e poi scrivevo molto con la mia macchina da scrivere nuova che era il massimo che potevo permettermi. Pensavo a Christiane e al suo mondo metropolitano al Bahnhof Zoo fatto di pericolo e di morte sfiorata con la leggerezza dell'adolescenza. Volevo essere come lei e mi procuravo scarpe di pelle con il tacco e jeans stretti. Volevo essere la piccola tossica che scendeva in gran segreto nel mondo di cui gli adulti non si accorgono mai: ma il suo mondo era così distante dal mio, così sotterraneo e insidioso, il suo mondo della metropolitana, speculare alle strade e alla città, mondo a rovescio e misterioso, dove il sesso e la droga erano un unico grande presente che cancellava il passato e inghiottiva il futuro. Nel mio mondo non c'era la metropolitana. Christiane e i suoi amici bruciati come atomi in una fusione nucleare, evaporati nel fumo della marijuana, dentro gabinetti sporchi o tra i letti sfatti di sordidi motel. I ragazzi dello Zoo di Berlino sono cucchiaini e fiammiferi e polvere bianca e bugie e sesso meschino. E Berlino una madre che è già andata via.
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1 comment:
NON SO CHI SEI EPPURE MI SOMIGLI COSI' TANTO. HO SCOPERTO PER CASO IL TUO BLOG E SEMBRA L'IMMAGINE SPECULARE DEL MIO. IO HO VISSUTO BERLINO DA VICINO E ME NE SONO INNAMORATA E ANCHE AMMALATA PER TUTTO IL DOLORE CHE PORTA DENTRO DI SE'. PUOI LEGGERE IL MIO PEZZO SUL BERLINO SE TI VA...
IL MIO BLOG E': WWW.BIARAVEN.WORDPRESS.COM
QUESTO E' DAVVERO UN ESEMPIO DI AFFINITA' ELETTIVE!!
A PRESTO
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