Tuesday, January 16, 2007

Children of Leningradsky


Leningradsky è una stazione della metropolitana di Mosca.
Ci vivono dei bambini.
Street children, homeless children, bambini di strada.
E' la stessa cosa.
Un'abominio del mondo, qui come altrove.

Una regista polacca, Hanna Pollak, ne ha fatto i protagonisti di un mediometraggio.
Questa recensione non si concentrerà sul film-documentario. Quello è bene che uno lo veda con i suoi occhi. Io mi concentrerò sugli occhi di chi lo ha visto.
Le facce degli spettatori, quando la pellicola è terminata, erano smarrite. Ciò che leggevi in quei visi, in quegli sguardi, era il senso del film, la traccia che le immagini hanno impresso nell'animo di ognuno.
Non c'erano parole. Penso che non possano esistere, per un orrore senza fine, ed obiettivamente siano anche inutili. Superflue.

Perchè l'orrore o non è metabolizzabile, o ha bisogno di una lunga, lunghissima, quasi dilatata elaborazione, che non passa attraverso le parole. Eppure l'orrore entra in quelle piccole vite alla velocità della luce, dentro ogni respiro, ogni battito del cuore. L'orrore a loro non chiede il permesso, non chiede la possibilità di entrare.


Vorrei commentare questo film attraverso il contrasto che la pellicola ha creato con noi, noi che viviamo al di qua dello schermo, e abbiamo la possibilità di osservare seduti su una poltrona, al caldo, al buio e nel silenzio. Noi che abbiamo scelto di guardarlo e forse ci siamo preparati alcuni giorni prima perchè sapevamo che questo appuntamento ci attendeva.
Torniamo agli sguardi: c'era chi sorrideva, come se si fosse appena svegliato da un prolungato torpore. Chi si guardava intorno, come se non sapesse più dove si trovava. Chi non si muoveva. e continuava a fissare lo scorrimento dei titoli di coda. Nessuno parlava. Nessuno sapeva che cosa doveva fare, anche se l'unica cosa plausibile era alzarsi e uscire. Questo è stato il film. Un uragano silenzioso. Un terremoto immobile. E' proprio ora, alla fine, che comincia tutto.
Per Noi.
Nel ventre dell'opulenta Europa, sotto i pavimenti dell'Unione Europea, un esercito di pallidi bambini vive aggrappato ai tubi del riscaldamento. Nessuno sa che esistono. Un popolo di piccoli fantasmi.
Ora nessuno può dire, non lo sapevo...



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